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del Mondo, la quale fu osservata, e venerata da Sua Maestà con molta divotione. D’indi poi veduta, ch’hebbe l’altra Capella sontuosissima di Paolo Quinto, il cui Altare era riccamente ornato, ritornosene al Vaticano. La Domenica seguente Sua Santità la tenne a pranso seco, e l’ordine della mensa fu il seguente. Erano due tavole disgionte l’una dall’altra circa due palmi. Quella dove mangiava il Pontefice era quattro dita più rilevata di quella della Regina; il Papa sedeva nel mezo sopra una sedia di velluto rosso, & una gran pradella alta mezo palmo; la Regina si posava sopra il seggio Reale fatto espressamente per quest’effetto alla parte destra sotto al Baldacchino, al piano del pavimento sopra un tapeto. Don Antonio della Cueva diede a Sua Maestà la salvietta, il Marchese Ippolito Bentivogli la servì di coppa, e’l Conte Francesco Maria Santinelli fece la credenza, o sia l’assaggio. Il pranso fu proportionato alla grandezza d’un Gran Principe verso una gran Principessa. Il Padre Oliva della compagnia di Giesù, fece quivi un sermone proprio del suo spirito, e talento; Sua Maestà con la solita sua eruditione havendo osservato, ch’il Padre in certo luogo poteva addure un passo di San Paolo lo motivò a Sua Santità, che restò grandemente edificato, dalla prontezza, & erudita vivacità di sì gran Donna, come pure ne restò ammirato il Predicatore quando lo intese, celebrando per maraviglioso l’intendimento di questa virtuosa Regina.