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nedetta, e da tutti i cori di musici fu intitolato l’Hinno del Te Deum. Questo sontuoso Tempio era tutto tappezzato di apparati proveduti dalla guardarobba del Sig. Cardinal Barberino, tra questi spiccavano cinquant’otto portiere sontuosamente riccamate d’oro, con le armi di Sua Maestà nel mezo, dieci delle quali erano abbellite di varie imprese alludenti alle glorie di questa Inclita Principessa. Così preceduta dal Clero, con la Croce, e dal detto Vescovo vicario, fu nel mezo de’ medesimi Cardinali condotta avanti il Santissimo esposto nell’Altar maggiore sotto la gran Cupola. Quivi fece oratione inginocchiandosi sopra un cuscino di broccato, con strato, e li due Cardinali sopra cuscini velluto cremesino. Finita l’oratione, fu guidata alla capella del Santissimo, e di là per la scala segreta, salì ad alto incontrata a piedi delle scale della sala Regia dalli detti due Cardinali primi Diaconi, cioè Orsini, e Costaguti, e da otto Prelati Vescovi assistenti, com’anche dal Duca di Poli di casa Conti Maestro del sacro Hospitio, e fu condotta al Concistoro in detta Sala Regia. Ella dunque avvanzatasi nella detta Sala, & entrata dentro il ristretto de’ banchi de’ Signori Cardinali, doppo haver fatto le tre genuflessioni, baciò il piede, e poi la mano al Pontefice, Sua Santità l’accolse con atto cortese. Le parole che Sua Maestà disse, esplicavano il giubilo, che ella haveva per esser passata alla