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in cima, che è l’arma di Sua Santità. A tutti i capi delle strade del Corso, di S. Marco, del Giesù, della Valle, di Monte Giordano, di Banchi, di Ponte Sant’Angelo, e di Borgo, per dove doveva passare la Cavalcata, si trovarono Soldatesche spallierate; e fu prohibito a tutte le carrozze di transitare, e fermarsi per queste contrade doppo le 18 hore. Tutte le finestre si viddero tappezzate de’ più ricchi addobbi, e ripiene di Dame, e Cavalieri, restando tutto il camino coperto da grandissimo numero di gente. Nell’entrare, che fece Sua Maestà per la Porta del Popolo, fu salutata da una copiosa salva di mortaletti, e cannoni condotti nel Giardino di quel Convento, il rimbombo de’ quali veniva corrisposto da tutti con un Echo di lodi, e benedittioni.

Nel passar ella fra tanto popolo più ansioso di veder la maestosa presenza di lei, che curioso di contemplar la pompa della Cavalcata, essendo mirata, e riverita teneramente da tutti, salutava ogn’uno con faccia sì lieta, e maniere tanto temperate dal decoro, e dalla cortesia, che faceva conoscere non poter ella moversi un piede, che non fosse misurato dal compasso della sua virtù. Di quando in quando rivolgevasi a parlare con gli Eminentissimi Orsini, e Costaguti, e tutte le di lei parole spiravano gravità, e gentilezza.

Nel passare che fece Sua Maestà il Ponte Sant’Angelo, il Conte Girolamo Gabrielli Vice Castellano si