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le buone poesie latine, e le scritture sacre sono l’anima de’ suoi trattenimenti. Ha l’otio per suo capital nemico, & è ornata di tante Virtù, che ogni Regina la può facilmente invidiare; ma difficilmente imitare. E’ d’animo grande, e generoso, ma la di lei soda bontà non ha altro d’uguale, che la gloria de suoi gran pensieri, e delle sue incomparabili risolutioni. Gionse ella dunque a Roma doppo le due hore di notte, accompagnata dallo splendore di torcie infinite; entrò per la porta Pertusa, ove fu incontrata dal Capitano de Tedeschi con un buon numero de Svizzeri delle Guardie Pontificie, che la vennero poi servendo, smontò al Vaticano dalla parte del Giardino di Belvedere; E qui da Monsignor Farnese Maggiordhuomo di Nostro Signore, e da Prelati domestici di Sua Santità fu incontrata, e ricevuta a piedi delle scale nel piano del Giardino, di dove fu condotta al suo appartamento tutto abbigliato di ricchissimi apparati, e di pretiose suppelletili. Era concorsa colà sì gran folla di Popolo, ch’ingombrava sin il più alto delle stanze. La Regina nel veder tanta gente disse, gratiosamente scherzando, In questo modo s’usa d’entrare incognitamente in Roma? Non hebbe sì tosto preso un poco di respiro, che mandò D. Antonio della Cueva a chiedere a Sua Santità l’audienza. Il Papa spedì subito a quella volta Monsignor Bonvisi suo Mastro di Camera, Prelato di gran