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Spoleto, tutte le cose passarono ordinatamente con pontualità.

La mattina de’ 15 Sua Maestà servita dal Cardinale, da Nuntij, Ambasciatori, Prelati, Prencipi, e nobiltà tutta si portò alla Catedrale per sentirvi la messa; Tutte le contrade erano spallierate da Soldatesca. Il Portico della Chiesa era tutto abbellito di figure, inscrittioni, imprese, & altri fregi fatti dal Cardinale in nome del Clero Spoletano. Terminata la Messa, ritornò a Palazzo, e qui pransò in publico col Cardinale. Il Signor Maffeo Rosari Mastro di campo della Provincia, e Gentilhuomo della Città le diede la salvietta, il Priore più vecchio in habito le versò l’acqua alle mani. I Nuntij, l’Ambasciator di Spagna, Conte Montecucoli, & altri principali della Corte, furono nello stesso tempo serviti in case de particolari con ogni buon ordine, e pontualità.

Era Sua Maestà risoluta di andar il doppo pranso alla Chiesa de’ Padri Domenicani, per visitar molte Reliquie, & in particolare il chiodo Santissimo di Christo; ma la gran neve sturbò il tutto. La medesima sera di Mercordì si degnò Sua Maestà di honorare il Palazzo Publico, & ivi sentire un’opera in musica recitata da alcuni giovani nobili di quella Città, con diverse machine, e mutationi di Scene.

La mattina de’ 16 doppo pranso partì Sua Maestà da Spoleto, servita dal Cardinale fuori alcune miglia, e dal Governatore sin a confini della Diocese di Terni.