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mar la lettica, e scesa a terra sopra un tappetto quivi portato, e steso per ordine del Cardinale ricevé il di lui complimento, con segni di molta stima, e d’affetto: Sua Eminenza rimontata in carrozza per altra strada s’avanzò alla Città per esser pronto a riceverla alla Chiesa. La Regina continuò il viaggio, salutata di quando in quando dalla moschetteria squadronata ne’ posti più cospicui, e particolarmente a S. Maria degli Angioli. Indi portatasi in vicinanza della Città, ove erano pure due compagnie simili, fu ricevuta alla porta dal Sig. Granella da Gualdo Governatore, e dal Magistrato, che complirono seco; Si avanzò alla Chiesa di S. Francesco, nell’ingresso della quale fattesi dal Cardinale, e dal Clero le cerimonie consuete, passò avanti all’Altar maggiore, e qui sentita la messa sollennemente cantata da Monsignor Torreggiani, uno de’ quattro Nuntij con musica isquisita; andò nella Sagrestia segreta a riverire il santissimo velo di Nostro Signore, e le altre più insigni reliquie, che si conservano sopra l’altare della medesima Cappella. Vide in oltre Sua Maestà le memorie più cospicue di quella divotissima Chiesa. Doppo salutata di nuovo dallo sparo dell’artiglieria, e de’ mortaletti passò in lettica al Palazzo de Signori Giacobilli, destinatogli per alloggiamento, dove con eccessi di Regia benignità gradì l’ossequioso tributo, che della loro divotione gli fecero le Dame, che vi si trovavano in numero grande, e sontuosamente ornate, e la servirono sino alle proprie stanze. Il Palazzo sudetto si trovò