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carrozza Pontificia, conducendovi seco il Cardinale sin a confini di quel territorio, verso dove s’incaminò su le 22 hore in seguimento del suo viaggio, con haver lasciati impressi ne gl’animi d’ogn’uno altissimi concetti delle sue rarissime doti.

Mostrò Sua Maestà di restar grandemente sodisfatta di questo Cardinale, havend’egli, oltre la letteratura, e cognitione degl’affari del mondo, tutte le prerogative proprie d’una manierosa gentilezza. E’ questi di patria Ferrarese, dell’antica, e nobile famiglia de’ Conti Rossetti, hoggidì Marchesi. Trovandosi egli ripieno più di virtù, che d’anni, fu dal glorioso Pontefice Urbano Ottavo amatore de’ letterati, e virtuosi, inviato come ministro Apostolico ne’ Regni d’Inghilterra presso alla Maestà di quella Regina. Quivi operò tutto il possibile in vantaggio, & a pro della Religion Cattolica, e vi scorse pericoli grandi, tra le persecutioni degli Eretici, come può chiaramente comprendersi da una lettera scrittagli alli 13 di Luglio del 1643 dall’Eminentissimo Cardinal Francesco Barberino, nipote d’Urbano, nell’opportunità della di lui promottione, del tenor, che segue: Faranno un poco tregua i travagli della Patria, e della Christianità, acciò fra tanti dispiaceri io possa respirare, vedendo tante fatiche di V. Eminenza ornate con la porpora. Piaccia al Signor Iddio con la tranquillità dell’Italia dar tanto più adito, ch’al suo continuo travagliare la dia a tutto il Cattolichismo, e che mercé delle sue ope-