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in Ferrara; molte Dame vennero mascherate a vedere il convito, che fu sontuoso, quanto imaginar si possa; poiché l’animo grande di quel Legato, non tralasciò cos’alcuna, che havesse del grande, e del maestoso. Il Confaloniere diede la salvietta a Sua Maestà. Il Conte Francesco Carlo Caprara nipote del General Duca Piccolomini la servì di piatto, e di coppa, ambidue soggetti riguardevoli.

Il doppo pranso visitò il Collegio Maggiore di Spagna, fondato dal già famoso Cardinale Egidio Albernozzi, e la sera verso le tre hore della notte si portò ne gli appartamenti del Reggimento, e di là nel Teatro.

Fu questo per tal effetto fabricato in forma d’una gran nave, la quale nelle sue estremità arrivava sin alla facciata sopra le pescarie, e sopra una parte del Palazzo, per una gran finestra del quale Sua Maestà, accompagnata dal Cardinale, passò per un Ponte sontuosamente adobbato, dov’erano più di 140 Dame, tutte guernite egualmente dallo splendore della propria bellezza, e da una ricchissima miniera di perle, e di gioie d’inestimabil valore. Il Teatro, ch’era coperto, haveva nella sommità alcune gran lumiere, e d’ogn’intorno eran distribuite regolatamente più di 300 torcie, & altri lumi minori, che davano abbondanza di chiaro. I parapetti del palco erano adobbati di varij tappeti, parte di arazzi, e parte di seta di varij colori.

Doppo la comparsa de’ Mastri di Campo, che