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disse esser i maggiori; cioè S. Pietro in Roma, S. Paolo in Londra, e’l Duomo in Milano, ma che S. Pietro era il più bello, e’l più grande: aggionse, quasi sospirando, che San Paolo in Londra era adesso una Stalla, e qui ragionò assai degli affari dell’Inghilterra. Sentendo poi un poco di caldo, fece aprir le vetriate dall’alto al basso di quella stanza, & all’hora la gente, che stava tutta attorno la mensa, si discostò alquanto. La Regina doppo haver bevuto la seconda volta disse, che non haveva mai bevuto tanto vino, quanto in Italia, e che vi era in sommo grado eccellente: Il Cardinal Vescovo rispose: V. M. ne ha bevuto poco, perché lo inacqua molto, e si vede, che porta seco la virtù del Settentrione, la Regina se ne compiacque; finalmente non cessando mai di comparire nuove vivande, lodò l’Italia, che havesse tutto in sé, eccetto le droghe; il Cardinal Legato soggionse; come zuccari? la Regina ripigliò: questi vi sono in Sicilia; E con tali, e simili discorsi, che sogliono esser i passatempi de’ Grandi nelle ricreationi delle mense, e de’ conviti, si sparecchiò la tavola, e nel mezo a’ due Cardinali sopradetti ritirossi alla sua stanza, ove si fermarono seco le loro Eminenze, trattenendosi in varij discorsi; Ne’ suoi ragionamenti mostrò ella di far gran stima della Francia, e d’esser informatissima di tutti gli affari del mondo, e sopra tutto della Corte Romana, e sin dell’ultimo Conclave. La sera fu divertita da una Comedia fatta a spese del Marchese Cornelio Bentivoglio, Cavalier d’una