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nell’angolo, che fa il fiume Panaro nello scaricarsi nel medesimo Po. Non poté trovarsi qui a tempo tutta la commodità, che bisognava per un alloggio di tanta comitiva; perché calcolandosi, che la Regina in riguardo de’ tempi cattivi non potesse mai gionger colà alli 21 come Monsignor Holstenio haveva scritto, non caminarono le cose con la pontualità, e sollecitudine necessaria, al che s’aggionse ancora, che facendo il fiume per il vento fortuna, non lasciò passare, se non la sera de’ 20 alcuni officiali, e robbe destinate per tal alloggio: Furono con tutto ciò disposte le cose con proposito, perché se bene in quell’angusto luogo furono quella notte circa ottocento cavalli, tra la comitiva di Sua Maestà, e la Soldatesca di militia, e benché il tempo dirottissimo alla pioggia, difficoltasse ogni cosa, i commandi ben ordinati di Don Innocentio Conti, apportarono grandissima facilità alla dispositione dell’operare de’ Ministri subordinati al Baldocci, che da Ferrara vi gli haveva spinti; non mancando egli di applicazione in questo, & in quell’altro luogo, per meritare sempre più il nome d’accurato, e diligente.

La mattina de 22 Novembre pransò Sua Maestà in Figarolo, e doppo salita in carrozza, s’avviò verso Ferrara 15 miglia distante, sempre a lungo il fiume Po sopra gli argini, che ben forti vi sono per riparo delle pericolose escrescenze di lui. Per tutta la strada era disposto numero grande di Soldatesca; poiché D. Innocentio Conti, ch’è Cavaliere di gran valore,