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sentandogli, che il Duca sarebbe stato ben presto a riverirla. Né rimase d’esprimere il discontento di Sua Altezza per l’incommodo di Sua Maestà cagionato dalla pioggia, che cadendo in quel tempo grandissima continuò tutto il giorno seguente; onde le strade si resero molto cattive, e restarono impedite grandemente le comparse dell’incontro; poiché il Duca, ch’haveva disegnato di comparire a cavallo, accompagnato dalla Nobiltà, che lo serviva superbamente adobbata, fu per tal accidente costretto servirsi delle carrozze. Inviate per tanto avanti le sue guardie di cavalleggieri, e di lancie ben vestite a livrea, destinate tutte al servitio della Regina, passò S. A. il Po con moltissimi Cavaglieri principali, e si portò in carrozza sin a Ponte Molino, facendo però condur seco i Cavalli sellati, e riccamente coperti, con pensiero di valersene a servir Sua Maestà, doppo che l’havesse riverita; ma la pioggia guastò ogni disegno. Quando il Duca scoperse la Carrozza della Regina, smontò subito dalla sua per riverirla: ond’essa avvisata esser in quel drappello il Duca, fatta fermare quasi incontinente la carrozza, ne saltò precipitosamente fuori, senza riguardo della pioggia, e del fango. Accostataseli S. A. complì seco con maniera altretanto ossequiosa, quanto spiritosa, e gentile. La Regina lo accolse con ugual compitezza, e più volte lo pregò a coprirsi; ma egli ricusò di farlo, dimostrando dispiacere, che Sua Maestà havesse preso l’incommodo di scender di carrozza in quel tempo sì