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Il giorno dietro passando il Borghetto, uscì dalli Stati del Serenissimo Arciduca, gli officiali, e Corte del quale, che l’havevano sempre per quel Dominio servita, e spesata, presero licenza.

A gli avvisi dell’incaminamento di S. Maestà verso lo Stato Veneto, si erano avanzati già a quei confini i Conti Gio: Battista Allegri, e Marc’Antonio Chiodo, ambedue Proveditori alla Sanità della Città di Verona Cavalieri di gran qualità, e di conspicui natali per intendersi con Don Antonio Pimentel, acciò che non facesse godere della concessione del passo, se non alle persone sole del suo seguito; poiché tutto si faceva in nome di lui, volendo la Regina passar incognita, e senz’alcun incontro, come fu pontualmente osservato. Doveva Sua Maestà far il suo primo alloggio doppo Halla, Dolce villaggio sopra la Chiusa, onde per ordine dell’Eccellentissimo Paolo Contarini all’hora Capitano di Verona, Senatore di gran qualità, vi furono preparati gli alloggi proportionati all’angustia del luogo picciolo, & assai incommodo, per ricevere una Comitiva sì numerosa, né vi mancarono quei rinfreschi, che permetteva il tempo, e l’occasione: l’incombenza del ricevimento fu appoggiata alli Marchesi Sagramoso Sagramosi, e Conte Gio: Paolo Pompei, Cavalieri principali di Verona, assai esperti, e disinvolti.

Andarono questi dunque con nobilissimo corteggio di Cavalieri camerate, di servitù, e di carrozze a