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i Venetiani gli concedessero il passo. Si riservò nondimeno di ricever il favore in caso, che per avventura havesse dovuto transitare per gli stati di S. A.

Alli 14 si trovò Sua Maestà al Lavis prima delle 15 hore, e qui a nome del medesimo Principe di Trento fu di nuovo invitata a fermarsi almeno a pranso in quella Città, già che s’era havuta licenza da Verona di potervela ricevere: Risolse dunque la Regina d’accettar l’invito, e restò d’esser la mattina seguente a Messa nella Chiesa Catedrale, & a pranso nel Palazzo Madruzzo fuori della Città un tiro di moschetto, luogo amenissimo chiamato Belvedere. Eran quattro hore di notte, quando seguì tal deliberatione; onde ne fu immediatamente spedito l’avviso al Principe, il quale intesa con indicibile suo contento nuova così felice, fece far subito tutti li preparamenti adeguati a ricever degnamente una sì gran Principessa. In tanto al Lavis fu Sua Maestà regalata d’un rinfresco nobilissimo, e copiosissimo. Consisteva egli in una grandissima, e perfettissima quantità di conditi, confetture, paste di Genova, Salvaticine così volatili, come quadrupedi, pollami, pesci di mare, e d’acque dolci di straordinaria grandezza, & in fine di frutti, & herbaggi d’ogni sorte eccellentissimi. Non vi fu alcuno, che non tramischiasse la lode con la meraviglia di cos’ magnifico, e splendido regalo. La Regina lo gradì, e l’osservò con particolar