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Da Stersen andò Sua Maestà a Bressanon. Monsignor Antonio Crocino Vescovo, e Principe di questa Città, venne ad incontrarla con nobilissimo corteggio, e quella notte alloggiolla con ogni magnificenza. Il giorno seguente degl’11 doppo haver pransato a Colmar, luogo a meza strada, gionse Sua Maestà la sera a Bolgiano Terra grossa tra quelle montagne nel più spatioso della campagna, dove l’Adige chiarissimo fiume reso navigabile porta con precipitoso corso tutte le mercanzie, che dalle nobilissime fiere solite farsi ivi quattro volte l’anno si dispacciano per l’Italia.

Poco prima, che si arrivasse a Bolgiano, capitò all’Holstein un Corriere spedito dal Legato di Ferrara, e da i Nuntij, per haver certezza della strada, per la quale Sua Maestà fosse per entrare nel Ferrarese, cioè se per lo Stato Veneto, o pure per quello di Mantova; ma non potendosi rispondere sopra di ciò cosa alcuna, per non essersi i Venetiani dichiarati ancora per qual luogo volessero concedere il passo, si ritenne il Corriero, sinché sopragiongesse la risolutione.

Erano già partiti di Roma i quattro Nuntij, colli Signori Fulvio Servanzij uno de’ Mastri delle Cerimonie, e Nunziato Baldocci uno pure delli Computisti della Camera Apostolica, e con grossa comitiva di servitù, e bagaglio corrispondente al decoro della loro carica, tirando a commode giornate per l’Umbria, Marca, e Romagna, erano pervenuti a Ferrara.