Pagina:Historia della Sacra Real Maestà di Christina Alessandra Regina di Svetia.pdf/129

sità. La Regina fu a sentirla ad una fenestra assai scoperta, e publica, e se ne chiamò molto contenta, & sodisfatta.

Il doppo pranso andò Monsignore a visitar Don Antonio Pimentel Ambasciatore di Spagna, e discorse lungamente seco sopra tutti li punti della sua commissione. L’Ambasciatore con cortesia, e prudenza propria d’un gran Ministro, e d’un compito Cavaliere rispose, che non vi sarebbe difficoltà, né circa la professione publica, in che consisteva la maggior premura di Monsignore, né circa il resto. L’Holstenio gli mostrò un esemplare della medesima professione fatto stampare a posta in Inspruch con caratteri grandi, acciò la Regina non havesse pena a leggerli, come pure gli communicò la formula dell’assolutione stampata, e le interlocutioni necessarie per questo atto. L’Ambasciatore lesse tutte le scritture, e prontamente le portò alla Regina, per consultarle con Sua Maestà, Ritornò poco doppo, e gli disse, che la Regina non vi trovava alcuna oppositione; anzi esser ella per esequir tutto ciò, che piacesse a Sua Santità si come riconosceva anche per favor singolare da Sua Beatitudine, che havesse mandata la persona di lui per questa funtione, e che lo vederebbe, e sentirebbe volentieri, offerendogli l’udienza in quell’istesso punto.

Si trovava all’hora Monsignor vestito in habito nero lungo, per differentiar questa visita da quella degl’Arciduchi, che haveva fatta vestito di pavonazzo; onde dimandò commodità d’un quarto d’hora