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dustria dei lavori di paglia ed il commercio di fieni, di cipolle, di saggina e di altri prodotti del suolo.

Messer Palla di Nofri Strozzi, uno dei più celebri cittadini di Firenze, possedeva ai primi del xv secolo alcuni beni ed una torre presso il borgo della Badia.

Badia di S. Salvatore a Settimo. — Monumento fra i più insigni di Toscana è d’Italia per dovizia di memorie storiche, come per i pregi ed i ricordi artistici, è l’Abazia di Settimo, che distende le sue ampie mura ed inalza la sua massa solenne e pittoresca in mezzo alla pianura a sinistra dell’Arno che le passa a breve distanza.

Le sue memorie illustrano il periodo di varj secoli di storia fiorentina nella quale essa ed i suoi monaci ebbero parte non ultima; mentre il fabbricato, artisticamente bello, rappresenta uno dei tipi più preziosi delle vecchie Badie fortificate ed uno degli esempj più caratteristici di quell’arte cistercense che ebbe un influsso cosi potente nella trasformazione dell’architettura italiana.

Dal x fino al xviii secolo le vicende dell’Abazia di Settimo sono documentate da una serie non interrotta di pergamene, di atti, di deliberazioni, di diarj, di ricordanze che si conservano nei nostri archivj e che servirono ad eruditi d’ogni tempo per riassumere in brevi ed incompleti cenni una storia che, degna dell’importanza del monumento, vorremmo veder presentata all’esame degli studiosi

Nella seconda metà del x secolo la Badia esisteva già, in mezzo ai domini di quella potente famiglia di signori di origine longobarda che da Cadulo si chiamaron Cadolingi e che estendevano la loro autorità dal fiume Greve fin oltre al colle di Fucecchio a piè del quale era quel Borgonuovo che dava il titolo ad una loro contea. Un Marchese Bonifazio di cotesta famiglia concedeva nel 988 alla Badia i diritti che egli aveva su diverse chiese; nel 1004 il Conte Lotario di Cadulo ampliava il monastero e lo concedeva ai monaci benedettini; nel 1048 il Conte Guglielmo Bulgaro, con maggiore magnificenza accresceva la Badia, la dotava di beni e chiamava S. Giovan Gualberto a riformarla. Questi i ricordi lontani più importanti: quelli che