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CVIII

Non gli rinnovi Amore l’antiche pene.

Sia tanto lungi il tuo focile e l’esca,
Amor, dal petto mio, dentr’a cui sento
strider la fiamma, e ’nvan quetarla tento,
ch’io respiri e talor del dolor esca.

Potei soffrir ne l’etá verde e fresca
il foco de/ tuoi strai sottile e lento;
non posso or, no; ché quel vigor è spento,
e desio piú cocente il duol rinfresca.

Non chieggo io giá che la mia vita sia
senza parte del caldo ond’apri e allumi
le menti ed immortai gloria dispensi,
ma ch’io possa talor, com’io solia,
raccór lo spirto mio ne’ suo’ bei lumi
e pensar di virtú quanto conviensi.