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C

Fallaci i beni terrestri : nel cielo ogni letizia.

Se ’l tempo fugge e se ne porta gli anni
maturi e in erba e ’l fior di nostra vita,
mente mia, perché, tutta in te romita,
non antivedi i tuoi futuri danni?

Dietr’a quel fiero error te stessa affanni
che sospir chiede a la speranza ardita?

Scorgi ornai il ver, ch’assai t’hanno schernita
or false larve or amorosi inganni;

e fa qual peregrin che cosa vede
che piace, ed oltre va, né il desio ferma
lungi dal nido suo dolce natio;

mira qui il bel che l’occhio e ’l senso chiede,
ma passa e vola a quella sede ferma
ove gli eletti fan corona a Dio.

CI


Ad Alessandro Ruffini.

Dal cielo e nel cielo ogni salute.

Chi per quest’ombre de l’umana vita,
Ruffin mio, spazia in compagnia di questi
duri avversari de’ desiri onesti,
che n’avean cara libertá rapita,

se col cor queto e con la vista ardita
talor non mira gli splendor celesti,
cade tra via. Tu ’l sai che, mentre desti
gli anni a vii cura, ne l’etá fiorita,

giacesti infermo: ed io, mentre che ’n pene
sott’altrui voglia i miei cieco menai,
piú volte invan gridai la mia salute.

Vuoisi con quel pensier che reca spene
di vero ben, che non si cangia mai,
il bel lume cercar de la virtute.