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Dal salmo trentesimoprimo.

Beato l’uom cui dona il re del cielo
l’error commesso e le cui macchie copre
3 la divina pietá col suo velo!

beato l’uom cui de le sue mal’opre
ragion non chiede il giusto seggio eterno,

6 e ’l petto aperto e senza inganno scopre !

Perché io tacqui il mio fallo, o re superno,
dal tuo flagello io fui percosso e spinto
9 dove ognor punge il crudel verme interno:

dunque da mortai piaga oppresso e vinto,
a te, Signore il mio peccato apersi
12 con gli occhi molli e ’l cor di spine cinto;

ma se tardi i miei prieghi a te conversi,
tu giá non fosti a perdonarmi lento,

15 Padre, che largo ogni tua grazia versi.

Chi solca questo mar d’ogni tormento
e vuol trovar di sua salute ’l porto,

18 ricorra a te, mentre ha propizio il vento;

che se talora fia pallido e smorto,
fra rie tempeste e minacciosi scogli
21 non sará mai però da l’onde assorto.

Ne le miserie mie, nei miei cordogli
tu sei refugio, tu conforto vero;

24 cotante insidie ornai dal mio piè togli.

Tu mi prometti, come io bramo e spero,
darmi ’l tuo lume e far soave e piano
27 questo cieco, spinoso, erto sentiero.

Depon la tua fierezza, o cor umano,
né far come cavai che sprone e morso
30 solo obedisce, da ragion lontano.

Chi non ritiene a l’empie voglie ’l corso
duro freno avrá poi, ma chi si fida
33 nel Signor, fia da sua pietá soccorso.

Con festevoli dunque e liete grida
lodi ’l Signore e ’n lui si glori e vanti
36 chiunque è giusto e chi nel core annida,

la sua mercé, dritti pensieri e santi.