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O noi beati, o fortunati noi
che ’l bel vostro commercio avemo in sorte
36 con Paltre cose che direm da poi!

L’invidia istessa, volsi dir la corte,
non sa trovar nel vostro officio menda
39 e vi chiama fedel piú che la morte.

Ma ritorniamo un poco a la stupenda
gentilezza, a voi sol propria e natia
42 ben che per discrezione ognun l’intenda:

tanto a voi giova l’usar cortesia
che, altrui servendo, il ringraziate ancóra
45 come l’obbligo vostro e suo non sia;

voi dispensate ogni momento, ogni ora
in beneficio d’ognuno, e pertanto
4S maraviglia non è se ognun v’adora.

Deh, perché non son io mastro di canto
per poter ben capire il contrappunto
51 de l’armonia de le virtú ch’io canto?

Con animo si bello è poi congiunto
un si benigno aspetto e si giocondo
54 che ci dimostra quel che sete appunto.

Ma sento un che mi dice: — Oh tu hai del tondo ! —
però eh’ io me la passo assai leggieri
57 e di vostre virtú non tocco il fondo.

Io cominciai questo capitol ieri
e voleva su starci un mese intiero,

60 ma sempre mai non tornano i pensieri:

questo è uno schizzo, un’ombra, un cenno, un zero;
pur ardisco di dir questa parola,

63 che quel poco c’ho detto è tutto vero,

e chi dice altro mente per la gola.