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CXCIII

Sulle torte.

Non cerchiam piú se Ligurino è sordo
ai conforti di Fiacco o di Platone
o se ’l tempo usa poca discrezione
a coprirlo di piume come un tordo;

ma seguiam de le torte ’l mio ricordo,
le qual son sempre belle e sempre bone,
benché sian vecchie, secondo che pone
Giovan Tortellio, che ne fu si ingordo.

— Le torte — dice — uscir di Tartaria,
onde Tartara è detta alcuna torta,
e passar per Tortona in Lombardia.

Apriamo e noi a le torte la porta
e per un tratto ’l nostro cibo sia
dietro e dinanzi e ’n mezzo ’l pasto torta.

E voi fate la scorta,
signor dottori, a queste torte, poi
che se ne fanno coi testi, come voi.