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Un ragazzo ti dice: — Affretta, spaccia —
gli par mill’anni uscirti de la mano:

114 l’altra non si può tór da le tue braccia.

Alcun vuol dir che quel mistier è sano
piú per la vista; ma se fusse questo,

117 tu potresti veder sin a Milano.

Chi dice s’usa in Italia e nel resto
del mondo, io dico, se s’usasse in corte,

120 egli è un bruttissimo uso e disonesto.

Se d’un garzon s’innamora per sorte,
sia chi si vuol, gli metteria piú conto
123 d’aver lunga persona e gambe torte;

ben potria maledir il giorno e ’l ponto,
ben potria dir — Mi avess’io rotto’l collo —
126 se vuol d’ogni suo mal tenér ben conto.
Forse il terrai un otto di satollo
con un bel pasto di bove ordinario;

129 non bastan quattro di piccion o pollo:

al tuo voler sará sempre contrario,
e ti comanderá con quella grazia
132 che se tu stessi con seco a salario;

ti dá martel, ti beffeggia, ti strazia
e vuol esser patron de’ tuoi denari
135 ed una volta pur non ti ringrazia:

e, per dir zuppa, si ritrovan rari
che non sian come gli asini indiscreti
138 e fantastichi piú che gli scolari;

non han carpite, verdure o tappeti
tanti vari color quant’essi voglie:

141 guarda se stanno i sodomiti lieti!

Alcun si piglia un ragazzo per moglie
per fuggir di pelarsi, e poi s’avvede
144 c’ha preso il mal francese con le doglie.

Io potrei dir le sporcizie che vede
chi fa quest’esercizio, ma son cose
147 che farian stomacar chi non le crede:

si vede uscir spesso da le chiose
tutto corrotto il testo, e ’l dolce paggio
150 in el grembo ti lassa altro che rose;