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CXC

A un Niccolò Giovanni
scherzando sopra i nomi di lui.

A l’andare, a la voce, al volto, ai panni
ed in ogni vostro atto avete cera
3 vie piú di Niccolò che di Giovanni.

O voi siate fantasma o cosa vera,
come vi veggio, mi s’arriccia il pelo,

6 né incontrar solo i’ vi vorrei la sera.

Non mi faria discreder tutto il cielo
che Niccolò non foste, e avete il torto
9 farvi col nome di Giovanni velo.

Niccolò morse, a morir poco accorto;
ma bisogna pur dir, vedendo voi,

12 o gli è risuscitato o non è morto.

Guardato io v’ho non una volta o doi,
ma piú di venti : or lasciam gir le ciance:

15 o voi Niccolò siete o ciechi noi.

Veggio in voi quella fronte e quelle guance,
la bocca, il naso e gli occhi di zaffiro
18 e i suoi detti e i suoi scherzi e le sue ciance.

Tanto piú siete lui, quanto piú miro;
e per la rimembranza, io ve ’l confesso,

21 ho gittato per lui piú d’un sospiro;

anzi per voi, ché siete voi quel desso:
deh, non ci date piú, per dio, la baia;

24 fateci ’l vostro vero nome espresso.

Non dite ch’io vaneggi o che mi paia,
ché di questo parer son piú di sei,

27 io non vo’ mò parlar di centinaia.

Ma per non creder tanto agli occhi miei,
ho voglia grande d’abbracciarvi un tratto
30 e toccarvi con man da capo a’ piei,

sol per veder come voi siete fatto,
se voi siete di carne o pur massiccio,
33 ch’io per me resto di tal cosa matto.