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Udita ch’ebbe la malvagia sorte
de l’amata fanciulla, il padre mesto
torna piangendo a la fedel consorte,
e ’l comun danno lor fa manifesto:
ella piange e con lei piange la corte
e ’l popol tutto ne riman funesto
e dentro de la terra in ogni canto
per molti di non s’ode altro che pianto.
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Ma, stretti alfin da la necessitade
ché giá l’ora infelice era vicina
che a la pena crudel tanta beltade
per giudizio divin chiama e destina,
quanto a la pompa funerale accade
parar con faccia lacrimosa e china
e fèr di lumi il scur ferètro adorno
co’ l’esequie che fansi ai morti intorno.

>4

Il popol tutto, chiuso in negra vesta,
dietro a la bella giovane seguia:
a queste nozze van con quella festa
che a morte vassi spaventosa e ria;
la tromba lamentevole e funesta,
non la dolce sampogna ivi s’udia,
e per nuzial facelle il mesto giorno
i torchi funerali ardean d’intorno.
15
Giunti, i miser parenti, afflitti e gravi
dal crudel caso e miserabil tanto,
quel che schivar non pón dai fati pravi,
cercano almen di prolungare alquanto.
Psiche gentil con dolci atti e soavi
va rasciugando a l’una e a l’altro il pianto,
e per dar lor conforto, in tanta pena,
dicea con voce di dolcezza piena: