Pagina:Guidiccioni, Giovanni – Rime, 1912 – BEIC 1850335.djvu/242


CLXIII

All’amata di Alessi, affinché gli sia benigna,
(circa il 1552)

Conosco ben che queste basse rime
degne non son di ragionar di voi,

Orsolina gentil, che tra le prime
donne sete la prima oggi tra noi :
non vi sdegnate udir, donna sublime,
l’alta cagion ch’a dir mi sprona, e poi
biasmate l’ardir mio, se ardir si chiama
dire il ver per salvare un uom che v’ama.
2
Per salvare un uom che ama il vostro onore,
questi umil versi a vostr’altezza porgo.
Madonna, in voi beltá, senno e valore

MI «. • • j._1» ^

C 111 UIC etiti vii cu

Quanto mi doglio poi ch’un solo errore
cela tanto splendor! Perch’io m’accorgo
che con ragion da ognun sete chiamata
donna poco cortese e molto ingrata.
3
Questa macchia crudel nasconde e copre
tutto quel bello e buon eh’in voi riluce.

Se premiaste il servir secondo l’opre,
voi sareste del mondo unica luce:
né però il vostro biasmo si ricopre
con dir ch’a questo l’onestá v’induce;
ché può ben donna, come voi prudente,
premiare chi vi serve onestamente.