Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
CXXVII
Ella è pentita, ed egli le perdoni. (circa il 1544)
La vergine vestal non fu si presta
nudarsi ’l capo e dar le chiome al vento
e raccender col velo il lume spento,
salvando a la dea il foco, a sé la testa,
che quella pura verginella onesta
non avesse il desio forse men lento
a farsi ombra col velo e in un momento
spegner la fiamma che nel cor vi resta:
morta non giá, ma ben dal vostro sdegno
vien ricoperta, e maggior forza acquista
quanto è piú chiusa, e voi men verde legno.
Ella è giá del suo error pentita e trista:
rendete dunque, oprando il chiaro ingegno,
a voi sereno il cor, a lei la vista.
cxxvm
A un suo cognato augurandogli beato amore
e pregandolo di cara memoria.
(circa il 1544!
Donna quantunque assai leggiadra e bella
sieda nel vostro cor donna e regina
e che faccia di voi dolce rapina
e de la vostra verde etá novella,
e che gli occhi, il pensiero e la favella
moviate solo ove l’ardor v’ inchina,
e eh’Amor anco torni a la fucina
a fabbricar per voi nuove quadrella,
non vogliate però porre in oblio
me che non pur come cognato v’amo,
ma quanto amar si può fratello o figlio.
Cosi v’adempia il ciel ogni desio;
e colei che v’ha preso a si dolce amo,
sempre sereno a voi rivolga il ciglio.