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II

RIME VARIE (1530 circa -1553)

XCIII


Le nuove sue tre parche,
(circa il 1530)

A fragil canna ogni mia speme in erba
’una, come pur suole, appenda e leghi,
e l’altra avvolga a mobil fuso e spieghi
lo stame del desio che ’n me si serba;

la terza, inesorabile e superba,
cui non mosser giammai pianti né preghi,
col dispietato ferro almen non neghi
troncare il filo a la mia vita acerba.

Giulia, che fra le donne e fra le stelle
sembrate un sole, il vostre lume scorga
le tre del viver mio parche novelle
e dispensi tra loro i doni e porga
raggio a me tal ch’io, da man crude e belle
cosi straziato e morto, alfin risorga.