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ARRESTO

Nel mese piú nocivo ai nostri armenti
gli dèi, che irati fórno
piú de l’usato, ci ritolser quanto
d’onesto e bel fu mai sotto la luna;
e Morte, per mostrar tutta sua possa,
allora, Clita, con la falce indegna
recise il piú bel fiore.

CLITA

Or mi sovvien che, i piú benigni venti
facendo a noi ritorno,
la bell’aura partissi, e in ogni canto
fu desto il furor di Eolo e ciascuna
brumai procella da Giunon commossa,
che sbigottita andò piú giorni e pregna
di tenebroso orrore.

ARGESTO

La bell’aura partissi, e gli elementi
ben segno ne mostrorno;
l’aura ch’or spazia a l’altre dive accanto
del sesto e primo del, benché nessuna
l’agguagli di splendor, Cinzia rimossa,
che seco unita superar s’ingegna
quel che distingue l’ore.

CLITA

Mentre le voci tue meste e dolenti
percuoton d’ogni intorno,
l’aura risuona e ’l bel nome altrettanto,
e ’l resto par che taccia eco importuna
al tuo disio; benché non mai percossa
chiuse ferita né per giunger legna
si spense alcun ardore.