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Non questo colle alberga o questo piano
pastor si rozzo e si di stirpe oscuro,
né da lunge verrá bifolco strano
a visitar l’antico Augusto muro,
né da fredde Alpi scenderá villano
di costumi tant’aspro e tanto duro,
che ad Alessi non sia di te piú grato;
colpa non tua, ma del crude! tuo fato.
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Lauso, pastor leggiadro, ’l bel paese
lascia di Lazio e passa monti e fiumi;
quivi si ferma e, le tue pene intese,
cerca Alessi addolcir coi suoi costumi,
e gli si scopre amico e si cortese
che ’l proprio cor gli dona e i propri lumi
l’amata Clizia, e fa che Alessi viva,
che, tacendo ed amando, a morte giva.
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Né di ciò chiede a lui piú largo merto
se non che per pietade e per mercede
fra tre giorni a te mostri un segno aperto
ch’egli ’l tuo amor gradisce e la tua fede.
Promette Alessi e giura fermo e certo
far piú di quel che ’l gentil Lauso chiede;
poi ti costringe a dir (né serva ’l patto)
a Lauso che di lui sei sodisfatto.
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A che non tiri e sforzi un mortai petto,
o nequitoso e dispietato Amore?

Da la tua forza è Coridone astretto
in suo danno mentir con doppio errore
ed un’affezion vòta d’effetto
chiamar vera mercede a tant’ardore;
e si dimostra lieto e grazie rende
di quel che piú l’attrista e piú l’offende.