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Potreste dir che non curate un fico
eh’ io vi sia per voler né mal né bene
ni o ch’amico vi sia piú che nimico;

che non vi mancheran le stanze piene,
senza me, di molti uomini galanti
114 che sostengan per voi travagli e pene:

e che s’io vo’donarvi un par di guanti,
e senza ancor, mi manderete a spasso
117 né pur vorrete ch’io vi venga avanti;

e che s’io vo’voltar, ch’io volga il passo
ove mi piace, perché a voi ben resta
120 altro falcon che’l mio da prender spasso.

Ed io rispondo, per finir la festa,
ch’egli è ben giusto che da voi s’aspette
123 risposta anche peggior che non è questa;

eh’ inteso ho de le volte piú di sette
ch’avete l’intelletto ed il giudizio
126 ove hanno il gozzo appunto le civette;

tal che al costume vostro e a l’esercizio,
a me facendo una risposta umile,

129 areste fatto troppo pregiudizio.

Vero è ben ch’una macchia o brutta o vile
giammai non si considera o si vede
132 in chi suol star nel fango o nel porcile.

La gente ch’aver dite sotto il piede,
forse che la non è ’n riga né in spazio;

135 agli altri vanti poi non si dá fede.

Quanto al venirvi innante, son si sazio
di voi, che, se mai piú ci fo ritorno,

138 mandatemi in malor, ch’io ven disgrazio.

S’a voi non manca chi vi stia d’intorno
a fare e a dir, sappiate ch’anco io posso
141 adoprar la mia pala in altro forno;

s’altro falcon che ’l mio vi pasce addosso,
siasi; so che non pasce in conclusione
144 de l’altre piú gentil carni senz’osso:

non però manca il mondo a le persone;
crediate certo pur ch’anch’io ho da darne,
147 senza le vostre quaglie, al mio falcone;