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e d’arroganza anfiteatro e seggio,
da le quai nasce questa consonanza
33 c’ha chi meglio vi fa voi fate peggio.
Che se voi non avete altra creanza
né altri costumi né altre gentilezze,
36 canchero venga a chi vi vuol per manza.
Coi galantuomin star su le grandezze
e poi lasciar godere insino ai cani
39 le vostre sforzatissime bellezze,
tanto sforzate che, se non son vani
quei che di voi si fan ragionamenti,
42 vi fate sbellettar sino a le mani;
il far solo accoglienza a certe genti
che vi fanno e vi dicono in palese
45 cose disonestissime e pungenti;
star cogli amici ognor su le contese,
finger di lor dolersi e fare a loro
48 ogni di mille ingiurie e mille offese;
star sur un goffo femminil decoro
e far la donzellerá e persuadersi
51 di pisciare acqua nanfa e far de l’oro;
sopra l’uso mortai bella tenersi,
quasi nuova dal ciel discesa luce,
54 il che fa rider altri, altri dolersi,
e, quel che l’uomo a disperar conduce,
il mostrar sempre il nero per il giallo
57 e non esser tutt’òr quel che riluce;
l’aver nel mal oprar giá fatto il callo,
star su lo schifo e poi chinarsi altrui
60 forse per men che non si china il gallo,
dico chinar senza guardare a cui,
fuss’io si re come uomin dozzinali
63 mille e piú punte false han date a vui,
gente avvezza a pignatte ed a boccali
(può far la madre mia che voi lasciate
66 che vi venga a pisciar negli orinali?);
con chi piú v’ama usar parole ingrate,
l’esser l’animo vostro ed il cervello
69 seren di verno e nuvolo di state;