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XVI

Teme di palesare le sue ansie occulte.

Quando col ventre pien donna s’invoglia
d’esca vietata, nel toccar se stessa
lascia del van disio la forma impressa
ne la tenera ancor non nata spoglia;

giunta poi l’ora, con tormento e doglia
pon giú la soma che la tenne oppressa,
e l’informato giá sigillo in essa
aperto scopre ogni materna voglia:

tal io, veggendo il mio desir conteso,
mi batto il petto, e ne rimane sculto
l’amoroso pensier ond’io son grave;

ma, s’io vengo a depor piangendo il peso,
qual sia de le mie voglie il segno occulto
di mostrarsi in palese ardir non have.

XVII


Unica tra le belle, s’appaghi di un unico amante.

Qual ingegno è si tardo, occhio si losco
che non miri e contempli attento e fiso
quei vostri vivi lumi e quel bel viso
cui par non ha tutto ’l paese tòsco?

Onde con danno mio vedo e conosco
rimaner poi questo e quel cor inciso
de l’obietto gentil per cui Narciso
lasciato avrebbe la fontana e ’l bosco.

Ma, si com’è vostra bellezza sola,
d’un amante s’appaghi, e nel suo regno
Amor non franga le sue leggi stesse;

ed ei ch’intorno a’bei vostri occhi vola,
vi mostri a prova la mia fede e ’l segno
che piú saldo d’ogni altro al cor m’impresse.