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capitolo primo 3


el piú glorioso, el piú felice governo che mai per alcuno tempo abbi avuto la cittá nostra.

Dal 1420 poi al 1434 venne la guerra del duca Filippo, e la divisione della cittá in due parte: d’una di quale era a capo Niccolò da Uzzano, uomo riputato molto savio ed amatore della libertá; dell’altra Giovanni di Bicci de’ Medici e di poi Cosimo suo figliuolo; e finalmente doppo molte contese ed agitazione, partorirono nel 1433 che, sendo gonfaloniere di giustizia, di settembre, Bernardo Guadagni, la parte di Niccolò da Uzzano, el quale era giá morto, avendo una signoria a suo proposito, fece sostenere in palagio Cosimo de’ Medici e di poi lo confinò insieme con Lorenzo suo fratello ed Averardo suo cugino, a Vinegia; ed in capo di pochi mesi eziandio fu preso messer Agnolo Acciaiuoli, ebbe della fune e fu confinato in Grecia.

Cacciato Cosimo, rimasono capi del governo messer Rinaldo degli Albizzi, Niccolò Barbadori, Peruzzi, Bischeri, Guadagni, Castellani, Strozzi ed altri simili, ma poco lo seppono tenere, perché el settembre seguente che fu in capo dello anno la signoria che ne fu gonfaloniere Niccolò Cocchi, non però sanza grande tumulto e pericolo rispetto a quella parte che prese le arme, fece parlamento e rimesse Cosimo e cacciò e’ capi della parte avversa. E perché l’una e l’altra rivoluzione, cioè del 33 e del 34, fu fatta dalla signoria che entra di settembre e che si era tratta el di di san Giovanni dicollato, però fu ordinato che per lo avenire la signoria non si traessi piú in tal di, ma el di dinanzi; e cosi si è sempre osservato, eccetto pochi anni a tempo di fra Girolamo. Furono potissima cagione di questa ritornata di Cosimo, Neri di Gino Capponi, Piero di messer Luigi Guicciardini, Luca di messer Maso degli Albizzi ed Alamanno di messer Iacopo Salviati, ma massime vi si operorono Neri e Piero.

Torrrato Cosimo e fatto capo del governo, e fatta fare una balia di cittadini, per sicurtá dello stato cacciò di Firenze in grandissimo numero tutti gli avversari sua, che furono molte famiglie nobilissime e ricchissime, ed in luogo di quelle