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si può dire, e sanza contradizione, comportando bene uno pari di Neri, e gli altri di chi aveva qualche sospetto, sanza venire a rottura con loro e nondimeno in modo ne fussi sicuro. Ed in tante occupazioni dello stato non lasciò le cure della mercatantia e delle cose sue private, anzi le governò con tanta diligenzia e con tanto cervello, che si trovò sempre le ricchezze maggiore dello stato, el quale era grandissimo, e non fu constretto per bisogno avere a maneggiare l’entrate publiche, nè a usurpare quello de’ privati. In Lorenzo non fu tanto giudicio, benché avessi una briga sola di conservare lo stato, perché lo trovò fatto; nondimeno lo conservò con molti pericoli, come fu la novitá de’ Pazzi e la gita di Napoli; nelle mercatantie e cose private non ebbe intelligenzia, in modo che, andandogli male, fu forzato valersi del publico e forse in qualche cosa del privato, con grandissima infamia e carico suo; ma abondorono in lui eloquenzia destrezza ingegno universale in deiettarsi di tutte le cose virtuose e favorirle; in che Cosimo al tutto mancò, el quale si dice, massime da giovane, essere stato nel parlare piú tosto inetto che altrimenti.

La magnificenzia dell’uno e dell’altro fu grandissima, ma in spezie diverse: Cosimo in edificare palazzi chiese nella patria e fuori della patria, e cose che avessino a essere perpetue ed a mostrare sempre presente fama di lui; Lorenzo cominciò al Poggio a Caiano una muraglia suntuosissima e non la fini prevenuto dalla morte; e con tutto fussi in sé cosa grande, nondimeno rispetto alle tante e tali muraglie di Cosimo, si può dire murassi nulla; ma fu grandissimo donatore e co’ doni e liberalitá sua si fece grandissime amicizie di principi e di uomini erano apresso a loro. Per le quali cose si può in effetto a mio giudicio conchiudere che, pesato insieme ogni cosa, Cosimo fussi piú valente uomo; e nondimeno per la virtú e per la fortuna l’uno e l’altro fu si grandissimo, che forse dalla declinazione di Roma in qua non ha avuto Italia uno cittadino privato simile a loro.

Intesasi in Firenze la morte di Lorenzo, perché mori a