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desiderarne; le quale cose tanto parvono piú belle, quanto furono accompagnate da una eloquenzia grande e da uno dire elegantissimo.

Ebbe buono giudicio e di uomo savio, e nondimeno non di qualitá da potersi paragonare collo ingegno; e furono notate in lui piú cose temerarie: la guerra di Volterra, che per volere sgarare e’ volterrani in quegli allumi, gli constrinse a ribellarsi ed accese un fuoco da mettere sottosopra tutta Italia, benché el fine fussi buono; doppo la novitá del 78, se si portava dolcemente col papa e col re. non arebbono forse ro r togli guerra, ma el volere procedere come ingiuriato e non volere dissimulare la ingiuria ricevuta, potettono essere cagione della guerra con grandissimo danno e pericolo della cittá e suo; l’andata a Napoli fu tenuta deliberazione troppo animosa e troppo corsa, sendosi messo nelle mani di uno re inquietissimo infedelissimo ed inimicissimo suo; e se bene la necessitá della pace, in che era la cittá e lui, lo scusi, nondimeno fu opinione l’arebbe potuta fare standosi in Firenze, con piú sua sicurtá e non con meno vantaggio.

Appetí la gloria e la eccellenzia piú che alcuno altro; in che si può riprendere avere avuto troppo questo appetito nelle cose eziandio minime, pel quale non voleva eziandio ne’ versi, ne’ giuochi, negli esercizi essere pareggiato o imitato da alcuno cittadino, sdegnandosi contro a chi facessi altrimenti; fu troppo eziandio nelle grande, conciosiaché volessi pareggiarsi e gareggiare in ogni cosa con tutti e’ principi di Italia, il che dispiacque assai al signore Lodovico. Nondimeno in universum tale appetito fu laudabile e fu cagione fare celebrare in ogni luogo, eziandio fuori di Italia, la gloria ed el nome suo, perché si ingegnò che a’ tempi sua fussino tutte le arte e le virtú piú eccellente in Firenze che in altra cittá di Italia. Principalmente alle lettere ordinò di nuovo a Pisa uno studio di ragione e di arte, e sendogli mostro per molte ragione che non vi poteva concorrere numero di studiami come a Padova e Pavia, disse gli bastava che el collegio de’ Lettori avanzassi gli altri. E però sempre vi lesse a’ tempi sua, con salari grandissimi, tutti e’