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IX. Morte di Lorenzo de’ Medici. — Suo ritratto — Parallelo con Cosimo il Vecchio.

Era in somma pace la cittá, uniti e stretti e’ cittadini deilo stato, e quello reggimento in tanta potenzia che nessuno si ardiva contradirlo; dilettavasi el popolo ogni di di spettaculi, di feste e cose nuove; nutrivasi coll’essere la cittá abundante di vettovaglie e tutti gli esercizi in fiore ed essere; pascevansi gli uomini ingegnosi e virtuosi collo essere dato ricapito e condizione a tutte le lettere, a tutte le arte, a tutte le virtú; e finalmente la cittá sendo drento universalmente in somma tranquillitá e quiete, di fuori in somma gloria e riputazione per avere un governo ed un capo di grandissima autoritá, per avere frescamente ampliato lo imperio, per essere stata in gran parte causa della salute di Ferrara e poi del re Ferrando, per disporre di Innocenzio interamente, per essere collegata con Napoli e con Milano, per essere quasi una bilancia di tutta Italia, nacque uno accidente che rivoltò ogni cosa in contrario, con scompiglio non solo della cittá, ma di tutta Italia. E questo è che nel detto anno 1491 avendo Lorenzo de’ Medici avuto un male lungo e giudicato nel principio da’ medici di non molta importanza, ne forse curato con la diiigenzia si conveniva, e però occultamente avendo sempre preso forze, finalmente a di _ di aprile [492 passò della presente vita.