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che di poi, avendo el papa contro allo officio suo suscitato nuova guerra, erano stati constretti per osservare la fede ed edam per ovviare a chi voleva occupare quello di altri, pigliar insieme con Milano la difesa del re Ferrando; el papa non avere insino a quello di fatto menzione del duca del Loreno, anzi avere trattato la guerra come causa sua propria; ora questa essere una arte non per beneficare el duca, ma per valersi di quello nome e riputazione, e però la cittá non potere deliberare altro, infino non si chiarissi se cosi era da vero la intenzione del pontefice; e quando cosi fussi, che consulterebbe co’ collegati, ed in quello potessi l’onestá, si ricorderebbe delle obligazioni aveva con la casa di Francia. Fu dato nella risposta loro questo appicco per non gli fare sdegnare, perché erano non solo oratori del duca ma edam del re, con chi bisognava procedere destramente, rispetto a’ mercatanti; e però a Milano, che poteva procedere piu audacemente, fu data loro, quando esposono nel medesimo effetto, risposta piú gagliarda. F nondimeno questa venuta del duca del Loreno, la quale ogni di piú rinfrescava, dava terrore assai, ed in modo che Lorenzo de’ Medici, considerando quanto fussi accetta e grata alla cittá universalmente la casa di Francia ed e converso quanto fussi esoso al popolo el re Ferrando, entrato in paura non si recare troppo peso in sulle spalle, massime che questa impresa in beneficio del re era dispiaciuta- a molti cittadini de’ principali, arebbe forse mutato proposito, se giá e’ viniziani, per non volere oltramontani in Italia, non si fussino accostati col re, quando una subita pace assicurò ogni cosa. Perché Innocenzio, veduto che e’ baroni erano nel regno in declinazione, e giá alcuni erano ritornati alla divozione del re, e la lega in modo al disopra in quello di Roma, che non vi stava drento sanza pericolo, subito per mezzo di inesser Gian Iacopo da Triulzi e di Ioanni Ioviano Fontano secretario del duca di Calavria, conchiuse pace colla lega: nella quale assettate le cose di Roma, furono e’ baroni e la Aquila lasciata a discrezione del re; fu provisto che el signore Ruberto non fussi piú