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vesi, per scorta di alcuni muli carichi di vettovaglie che andavano in campo, fu assaltato e svaligiato, e presi e’ muli da quegli della terra; in modo che el campo di Serezzana ne venne subito alla volta di Pietrasanta, e quivi si accamporono, fondandosi in su uno capitolo della pace: che qualunque andassi a recuperare le cose sua e fussi impedito da alcuna altra terra, potessi voltarsi a quella. E fu questa occasione procurata artificiosamente dalla cittá, stimando molto piu Pietrasanta per la qualitá del luogo e per la commoditá ed importanza, se mai s’avessi a fare impresa di Lucca.

Sendo le gente nostre accampate a Pietrasanta, venne per soccorrerla dalle riviere di Genova parecchi migliaia di fanti, e’ quali non ebbono resistenzia, perché el campo nostro aveva carestia di fanterie, ed in quegli luoghi aspri non si poteva adoperare cavalli; in modo che el campo nostro venne in tanto pericolo che fu constretto levarsi da campo e ritirarsi. Ma non volendo la cittá a nessuno modo soportare questa vergogna, fu ingrossato el campo di fanterie e di altre cose necessarie, e per piu riputazione della impresa e per portare ordine di danari, furono mandati in campo commessari, in compagnia di Iacopo Guicciardini, messer Bongianni Gianfigliazzi ed Antonio Pucci; e ristrinsesi in modo la terra, che non era possibile vi entrassi soccorso alcuno. Difendevansi quegli di drento francamente, e per la cattiva aria nel campo nostro amalo molti, e tutt’a tre e’ commessari ne furono portati a Pisa infermi, dove pochi di poi morirono messer Bongianni ed Antonio di Puccio. Finalmente sendo quegli di drento disperati di soccorso, dettono la terra, salvo l’avere e le persone; e cosi fu loro osservato. Fu questo buono acquisto, perché, oltre alla qualitá della terra, era una scala a fare piú facile la impresa di Serezzana, era una briglia in bocca a’ lucchesi, di natura che erano forzati stare sempre in continuo sospetto, ed uno instrumento potente alle altre terre e luoghi di Lunigiana quivi propinqui.