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allo stato di Serezzana non si parlò, e cosi dello includere nella lega el presente stato di Siena; rimanessi el signor Ruberto soldato de’ viniziani ed avessi titolo di capitano generale di tutta Italia. Dispiacque questa pace universalmente a tutti e’ collegati, parendo loro perduta una grandissima occasione di assicurare Italia per qualche tempo da’ viniziani, e dolendosi delle condizioni vituperose; dispiacque particolarmente al duca di Ferrara, e per tornare nelle antique servitú e per vedersi sanza el Pulesine, luogo importantissimo allo stato suo, ed e’ viniziani presso alle porte di Ferrara a quattro miglia; dispiacque a’ fiorentini per non si essere tenuto conto delle particularitá loro di Serezzana e di Siena, la qual cosa desideravano, dolendosi che avendo fatto per difesa di Ferrara e per commune beneficio piú che non toccava loro, fussino stati lasciati adrieto; e nondimeno perché la guerra non si poteva sanza lo stato di Milano seguitare, fu ratificata da tutti la pace. Fatta la pace, subito mori papa Sisto, quale era stato uomo valentissimo ed inquieto e tanto inimico della pace, che a suo tempo Italia stette sempre in guerra; e per essergli naturale questo appetito e perché era noto che della pace ultima aveva avuto dispiacere ed alterazione grandissima, nacque una voce che era morto per dolore della pace; donde vulgarmente se ne celebrò uno distico: Nulla vis saevum potuit estinguere Xistum; Audito tantum nomine pacis obit.

Fu eletto in suo luogo. cardinale di Malfetta, di nazione genovese, e chiamato Innocenzio ottavo.

Nel quale tempo e’ fiorentini, desiderosi recuperare Serezzana con favore del re e dello stato di Milano, ordinorono mandarvi el campo; e provistosi di gente e forze necessarie, e mandato commessario Iacopo Guicciardini, e di giá sendo quasi all’intorno di Serezzana, accadde che Paolo dal Borgo loro connestabole passando da Pietrasanta, che era de’ geno-