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CAFITO 1.0 TRENTESIMO?]?IMO ’ 1 3 sendo divulgato come el campeggiarla dispiaceva a cittadini piú savi, la piú parte si accordò alla medesima sentenzia, in modo che questo disegno si pose da canto. Le ragione potissime che gli mossono furono queste: l’avere veduto esperienzia negli anni passati con quanto poco successo si fussi tentata tale espugnazione, e se bene e’ pisani erano piú deboli che e’ non solevano, el medesimo accadere a noi, e’ quali eravamo in grande scarsitá di danari, sanza condottieri a cavallo da farne molto conto, sanza capi di fanterie che avessino riputazione alcuna e sanza fanti pratichi ed esercitati; e però se si voleva fare impresa di sforzargli, essere necessario farla in gran parte in sulle spalle de’ battaglioni, a’ quali non poteva la brigata disporsi a prestare fede. Queste ragione, benché allora fussino benissimo considerate, nondimeno per quello che si ritrasse da poi non furono forse vere; perché oltre allo essere in Pisa piccolo numero di gente e minore che non soleva, la piú parte che vi erano, erano tanto deboli pel poco mangiare che non arebbono potuto servire francamente, come giá solevano, alla difesa della cittá né in sulle mura né a fare ripari; e’ quali solevano fare tanto presto che piú volte per questo si erano salvati.

E cosi levato in tutto el pensiero della forza, si continuava nello assedio, in che si intendeva essere ogni di piú grandissime le angustie loro, perché vi era poca vettovaglia e quella era si cara che, vendendosi lo staio piú di tre ducati, erano tanto pochi quegli che ne potevano comperare, che la molti tudine si trovava tutta in estremitá grande e di giá ne cominciava a morire di fame, e tutto di crescendosi nelle necessitá, si vedeva la loro ultima ruina propinqua, di che la piú parte, sendo superata la ostinazione dalla fame, era disposta a pigliare questo accordo, ma mancava chi si facessi capo di questa voluntá e repugnassi a quegli che la contradicevano; quando la fortuna che sa trovare tutti e’ modi aperse la via a dare effetto a questa materia.

Quando gli imbasciadori pisani andorono, come di sopra è detto, a Piombino sotto spezie di praticare accordo, vi fu