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ogni opera di impedirlo, in caso che [non] fussi fatto. E cosi con licenzia della signoria mandorono uno in poste a Filippo con lettere a sconfortamelo; ed in particulare Alfonso, suo fratello, mostrò una lettera ricevuta da lui, dove confessava el parentado, dicendo averlo fatto per scarsitá di parentadi, e che non si curava del giudicio de’ foggiettini; il che lo aggravò apresso a molti, come se gli paressi essere di qualitá che non trovassi in Firenze parentado conveniente a lui, e cosi chiamando foggiettini e’ popolani, si facessi beffe del consiglio e governo populare; benché in fatto questa seconda parte non nacque da lui, ma fu in risposta a una lettera di Alfonso, dove gii diceva che faccendo questo parentado n’arebbe a stare a giudicio de’ foggiettini.

Ed in quegli medesimi di, avendo un poco di male Alessandro Acciaiuoli, si ragunorono una sera in casa sua Antonio Canigiani, Pierfranceseo Tosinghi e Niccolò Valori ed alcuni altri, e’ quali per essere stati aderenti di Francesco Valori si chiamavano la setta valoriana; intervennevi ancora Alfonso Strozzi che faceva contro al fratello. Consultorono costoro quello che fussi da fare di questa cosa, e fu opinione conchiudessino quello che segui; perché la mattina sequente o la altra mattina di poi, el gonfaloniere, essendo Proposto, propose due partiti, uno, che si comandassi a Filippo Strozzi che comparissi innanzi a loro per tutto di venticinque di dicembre, sotto pena di essere confinato nel reame di Napoli per anni dieci; l’altro, che si comandassi alla madre, a’ fratelli ed a chi aveva in mano del suo, che non gli rimettessino nulla sotto pena di ducati diecimila per ogni volta che contrafacessino. E si vinsono con nove fave nere de’ signori; di che apresso agli uomini di mezzo e che giudicavano sanza passione, ebbe el gonfaloniere carico, perché pareva che governandosi da sé, trattassi questo caso non come publico ed apartenente alla cittá, ma come privato, e cosi parve cosa di pessimo esemplo, che sanza consulta ed e’ modi ordinari facessi con sei fave manomettere e’ cittadini. Ebbonne carico e’ signori d’aversene lasciati menare da lui, e massime Luigi di Piero Guicciardini,