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gente ma danari, sovvenirlo di quegli, essere come armarlo e metterlo in campo contro a lui: e cosi, in qualunque modo accordo si facessi, offendendosene ed inimicandosene el re, essere partito di grandissima importanza. Perché e’ non era certo che lo imperadore avessi a passare, perché da sé non era bastante; e se bene e’ principi della Magna ci parevano caldi, nondimeno difficultarsi ab) risolversi facilmente quelle deliberazione che pendevano dalla voluntá di molti; e massime che e’ non era credibile che le communitá, in chi aveva a consistere el nervo della impresa, per la abilitá che hanno al danaio e la povertá de’ principi, volessino spendere grossamente per conto dello imperadore e degli altri signori, della grandezza de’ quali non guadagnavano nulla, anzi ne perdevano, perché quanto piú erano potenti, tanto piú gli avevano a temere. Cosi non si vedere ancora si certa la intenzione del papa e de’ viniziani, che si potessi farvi fondamento al risolversene; e quando pure lo imperadore passassi, che la forza e gli apparati del re erano tali, che e’ non era da giudicare cosi de facili la vittoria de’ tedeschi; e però essere molto bene da considerare in quanto pericolo noi entravamo, perché fatto Io accordo, se lo imperadore non passava o passando perdeva, noi rimanavamo sanza rimedio alcuno a discrezione del re, inimico nostro ed offeso da noi; se e’ vinceva, sendo lui bisognoso di danari, e non piú osservatore della fede che gli altri barbari, ed essendo la cittá in opinione di ricca, non gli mancherebbe in ogni modo via e cavillazone da trarci di mano nuovi danari. Da altro canto, se noi fussimo di accordo col re e lui vincessi, se bene forse non ci rendessi Pisa, noi non sentiremo altra briga e conserveremo quello che avevamo, il che non era poco in tempi si pericolosi e forti; se e’ perdessi, lo imperadore sarebbe si munto di danari che e’ non mancherebbe via a posarlo con danari e forse con meno somma, perché n’arebbe allora piú (1) [Il ms. ha per errore e.]