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Ribellione di Genova, rapidamente sedata dal re di Francia. — artenza del re di Spagna. — Disegni di Massimiliano e trattative con esso. — Dispareri in Firenze. — I tedeschi battuti dai veneziani. 1507. Seguitò lo anno 1507, nel principio del quale naequono movimenti nuovi per le cose di Genova. Era nella fine dello anno nata in Genova differenzia tra e’ gentiluomini ed el popolo, la quale procedé tanto oltre, che el popolo, levato in arme, cacciò di Genova tutti e’ gentiluomini con le donne e famiglie loro; ma perché e’ ricorsono al re di Francia, sotto el dominio di chi era nello acquisto di Milano venuta Genova, lui cercò pacificamente rimettergli nella patria. Ma sendo ostinati gli animi de’ popolani ed intendendo che el re era disposto, se non giovavano e’ modi dolci, a usare la forza, prese alla fine l’arme, si ribeliorono dal re ed accamporonsi al Castel letto che era guardato pel re, richiedendo di aiuto el papa, lo imperadore, el re di Napoli ed e’ viniziani. E però nel principio di questo anno el re, ordinato uno grosso e potente esercito, ne venne alla volta di Italia; di che sendo avisata la cittá da Francesco Pandolfini, che vi era oratore mandatovi in scambio di Niccolò Valori che vi era stato mandato doppo Alessandro Nasi, si elesse oratori nuovi per onorarlo in Italia, Giovan Batista Ridolfi ed Alamanno Salviati; e’ quali avendo rifiutato, vi furono mandati Pierfrancesco Tosinghi e Giovanni di Tommaso Ridolfi.