Pagina:Guicciardini, Francesco – Storie fiorentine dal 1378 al 1509, 1931 – BEIC 1849436.djvu/280

poterlo fare, ne uscirebbe tanto a uno a uno che Pisa rimarrebbe vota, fece contro la volontá de’ cittadini primi e savi fare una legge, che tutti quegli pisani che uscissino di Pisa e venissino in sul nostro fra uno certo termine, sarebbono restituiti nelle robe loro, perdonati loro tutti e’ delitti, rimessi tutti e’ debiti publici. Vinta questa legge, e’ pisani usorono bene la occasione, perché pochi se ne fuggirono sinceramente, ma cavorono via molti uomini disutili; di che nacque che avendo meno mangiatori, si sostennono; ché, come si intese poi per diverse vie, la carestia era tale, che se non avevano questa uscita, bisognava pigliassino partito. Nacquene ancora, che molti di quegli rimessi nelle facultá e beni loro vicini a Pisa, hanno, come è stata ferma opinione, sempre aiutato occultamente quegli di drento, e nondimeno, non se n’avendo vera notizia, è stato necessario conservare la fede. A questi mali, nati per imprudenzia nostra, si aggiunse uno caso di fortuna, perché e’ legni dello Albertinello per tempesta si ruppono, e cosi sendo aperta la via del mare, vi entrò per ordine de’ genovesi, sanesi e lucchesi tanto grano che scamporono la fame. In questo verno el re di Francia si trovava in extremis, perché avendo avuto uno male lungo, e caduto, secondo el giudicio de’ medici, in ritruopico, si stimava inrimediabile; e però lui non avendo figliuoli maschi, e veduto che el regno ricadeva a monsignore di Anguelem, giovanetto, disfece el parentado della figliuola sua col figliuolo dello arciduca, e maritolla a Anguelem; el quale non si trovando in corte, si partirono molti signori di corte a visitarlo come nuovo re, tanto si credeva per ognuno che el re lussi spacciato. E cosi in Italia essendo sollevati gli animi, monsignore Ascanio che si ritrovava in Roma, perché richiesto da Roan non era voluto tornare in Francia ed erasi fatto assolvere del giuramento da papa Pio, parendogli tempo a ricuperare lo stato di Milano ed avendo, come si credette, intelligenzia col papa e viniziani, e co’ danari sua o di altri condotto Bartolomeo d’Albiano. e cosi favorito da Consalvi Ferrando e seguitandolo Pandolfo