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conservare la pace di Italia e la fede data a Ruberto, lo difenderebbono in tutti quegli modi fusse possibile, offendendo etiam in qualunque luogo chi offendeva lui. Mandò la cittá a questo effetto, insieme cogli oratori ducali, a Roma messer Otto Niccolini ed Iacopo Guicciardini; ed in questo mezzo strignendosi lo assedio, el re fece passare el Tronto al duca di Calavria, acciò che don Alonso suo condottiere si potessi sicuramente congiugnere col conte di Urbino, a chi questo soccorso era molto a cuore perché temeva la potenzia della Chiesa; e cosi vi si spinse per la cittá el signore Ruberto e qualche gente pel duca, ma poche, ché andava freddo a questa impresa; ed accostandosi l’uno esercito all’altro, si fece finalmente fatto di arme, dove el conte di Urbino roppe el campo della chiesa.

Mostrò el papa in principio buono animo, di poi mancandogli sotto le promesse e favori de’ viniziani, cominciò pure a volgersi alla pace; e perché nella lega non era unione per convenirsi in quello s’aveva a fare, si fece una dieta a Firenze, dove furono imbasciadori pel re e pel duca; e finalmente, non si faccendo alcuna buona conclusione e sendo disparere fra el duca e re, si ridusse la pratica della pace a Napoli, dove per la cittá andò messer Otto Niccolini. Furonvi e’ trattati vari, e fu opinione che el re s’avessi a collegare co’ viniziani; ma finalmente doppo molte pratiche l’anno 1470 si rinnovò la lega fra re, duca e noi, con certi capitoli riguardanti alla pace e lega generale di tutta Italia, come di sotto si dirá.

Innanzi si conchiudessi la pace e nell’anno 1469 di dicembre, mori in Firenze Piero di Cosimo de’ Medici; la morte del quale dolse assai alla cittá rispetto alla sua facile e clemente natura e tutta volta al bene, come massime mostrò la novitá del 66, nella quale non puní piú oltre che si patissi la necessitá e piú ancora che non era la voluntá sua, costretto da molti cittadini dello stato. Lasciò due figliuoli, Lorenzo e Giuliano; de’ quali Lorenzo, che era el maggiore, era di etá di anni venti o ventuno; e benché molti stimassino cosi nella