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tutti gli aretini che erano stati capi contro alla cittá essersi fuggiti in gran numero, a’ quali fu dato bando di rubello, e cosi si posò in tutto questo movimento con grande spesa, pericolo e travaglio; dove se non fussi stata la pazzia de’ collegi, si sarebbe fermo con poca fatica e disagio, e sanza averne a avere obligo con persona.

Erasi nella venuta del re in Italia conceputa speranza che volendo lui mandare monsignore della Tramoia e disfare gli inimici sua, che noi, assicurati da ogni banda ed avendo io appoggio di questo esercito, facilmente recupereremo Pisa; el quale disegno mancò, perché el duca Valentino come e’ vedde el re venuto in Italia, e che a visitarlo vi era concorso, oltre agli oratori nostri, gli oratori viniziani, e personalmente el duca Ferrara e marchese di Mantova, el cardinale Sanseverino, a chi fu rilasciato el Fracassa suo fratello, e di piú lo Orsino che era ito a dolersi de’ tristi modi del pontefice, e finalmente che tutta Italia faceva capo a lui; inteso ancora quanto el re fussi male disposto e come e’ mandava in Toscana monsignore della Tramoia e tante gente di arme e fanterie, sbigottito assai, né vedendo altro rimedio, ne venne in poste a Milano a giustificarsi col re; in modo che e’ si riconciliò seco cogli effetti che di sotto si diranno, e cosi rimanemo certi che per quello anno non si attenderebbe alle cose di Pisa.

Trova vasi adosso a tempo di questa signoria la cittá una altra peste di grandissimo pericolo e di vituperio, cioè le cose di Pistoia, le quali erano tutto di piggiorate ed incancherite; perché poi che e’ Panciatichi furono cacciati di Pistoia, attendendo e’ Cancellieri a perseguitargli nel contado, si levò su dalla parte panciatica un contadino giovane chiamato Paranco, el quale era di persona gagliardissimo e di buono cervello e di natura quieta e che volentieri attendeva a fare e’ fatti sua. Costui in difendere la villa sua da’ Cancellieri che gli assaltoronoi’ ), si portò si bene e con forze e cervello, che cominciando (1) [Il ms. ha asso/lorono.]