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cavalli, e doppo lui non molto, el signore Paolo Orsini e Fabio suo figliuolo, e con loro Piero de’ Medici ed alcuni uomini di arme di Giampaolo Baglioni. Le quali cose intese a Firenze, si conobbe chiaramente che la ribellione di Arezzo era vera e che bisognava provedervi con ogni forza; e però si scrisse al commessario in quello di Pisa, che subito aviassi le gente nostre in verso Arezzo; e cosi si levò el campo da Vicopisano, dove se fussino stati piú uno di o dua lo ottenevano. Trattossi ancora creare e’ dieci nuovi; e benché e’ collegi repugnassino un poco, pure finalmente, conosciuto in quanto pericolo fussi lo stato nostro, si conchiuse, e furono eletti, da cominciare subito el magistrato, Piero Soderini, Piero Guicciardini, Niccolò Zati, Giuliano Salviati, Filippo Carducci, Antonio Giacomini, Pierfrancesco Tosinghi. Erasi scritto in Francia a Luca d’Antonio degli Albizzi che vi era solo oratore, el caso di Arezzo, e come sendovi venuti prima e’ Vitelli e poi gli Orsini, e qualche gente di Giampaolo, soldati del duca Valentino, si cognosceva questo essere ordine del papa e duca Valentino; aggiuntavi una intelligenzia di Vitelli, Orsini, Baglioni e di Pandolfo Petrucci, non meno inimici della maestá sua che della cittá; e che e’ non arebbono fatto questa impresa per fermarsi in noi soli, sapendo che offendendo noi si offendeva la maestá del re che ci aveva in protezione; ma che el disegno loro era, fatto questo principio ed accresciutene le forze loro, cavare la maestá sua di Italia; pregassilo adunche instantemente volessi, e per osservanzia della fede sua e perché si trattava dello interesse suo proprio, commettere a monsignore di Ciamonte, suo luogotenente a Milano, che ci mandassi secondo l’apuntamento fatto le quattrocento lande, e quando non bastassino, piú numero perché nella offesa nostra era la offesa sua.

Trovorono questi avisi el re che veniva alla volta di Lione, e risentitosi mirabilmente, disse che cognosceva la malignitá di chi ci offendeva, e che potendo caccierebbono ancora lui di Italia; e che voleva riparare a’ nostri pericoli non solo colle