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ogni cosa invano, perché né el papa, né e’ viniziani, né e’ fiorentini vollono in modo alcuno scostarsi dal re. Fece ogni sforzo di ottenere el castelletto, ma difendendosi e’ franzesi gagliardamente ed avendo abondanzia d’ogni cosa, non lo ottenne.

Ma come la nuova di questa ribellione fu in Francia, si messono con somma velocitá in ordine le gente da ritornare alla ricuperazione, e passorono e’ monti con gran prestezza; nel quale tempo la cittá osservando le convenzione aveva col re, gli dette certa somma di danari in scambio degli uomini d’arme e fanterie di che era pe’ capitoli obligata a servirlo per difesa della ducea di Milano. Da altra banda e’ franzesi che erano in Romagna agli aiuti del Valentino, stretti insieme si ritrassono per tutto lo stato di Milano in Novara; donde che el duca parendogli non potere reggere tanta piena e bisognare tentare la fortuna, raccozzato tutto lo esercito suo, ne venne a Mortara alle frontiere de’ franzesi, con animo di fare fatto di arme. Ma quegli svizzeri erano nel campo suo, tenuto pratica con svizzeri erano a’ soldi del re, quando fu el tempo di apiccarsi si tirorono da parte; in forma che, abandonato dalle fanterie, fu con poca fatica rotto, e lui miserabilmente preso, ed insieme messer Galeazzo da Sanseverino; monsignore Ascanio fuggendo, fu in sulle terre de’ viniziani preso da Bartolomeo d’Albiano loro condottiere e menatone prigione a Vinegia.

E’ milanesi, udita la nuova, non avendo riparo alcuno, capitolorono, salvo l’avere e le persone, con patto di pagare al re in certi tempi ducati trecentomila, di che el re rimesse loro poi buona parte. El quale accordo dispiacque tanto a svizzeri, a chi era stato promesso che Milano andrebbe a sacco, che, rubate le artiglierie del re, si tirorono da canto in luogo sicuro, e fu necessario, per accordargli, dare loro, credo, ducati centomila che s’erano di presente avuti da’ milanesi; e cosi Milano tornò nuovamente in mano del re, ed el duca ne fu menato prigione in Francia. E poco poi lo seguitò monsignore Ascanio, perché e’ viniziani richiestine dal re, benché male volentieri, pure