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consiglio grande, e cosi messe una briglia a tutti quegli si volevano fare grandi; lui pose l’appello alla signoria che fu un freno da conservare e’ ittadini; fece la pace universale, che non fu altro che tórre occasione di punire quegli dello stato de’ Medici sotto colore di ricercare le cose vecchie. Furono sanza dubio queste cose la salute della cittá e, come lui verissimamente diceva, la utilitá e di quegli che nuovamente reggevano e di quegli che per l’adrieto avevano retto; e furono in effetto le opere sue tanto buone, verificatosi massime qualcuna delle predizioni sue, che moltissimi hanno poi lungo tempo creduto lui essere stato vero messo di Dio e profeta non ostante la escomunica, la esamina e la morte. Io ne sono dubio e non ci ho opinione risoluta in parte alcuna, e mi riservo, se viverò tanto, al tempo che chiarirá el tutto; ma bene conchiuggo questo, che se lui fu buono, abbiano veduto a’ tempi nostri uno grande profeta; se fu cattivo, uno uomo grandissimo, perché, oltre alle lettere, se seppe simulare si publicamente tanti anni una tanta cosa sanza essere mai scoperto in una falsitá, bisogna confessare che avessi uno giudizio, uno ingegno ed una invenzione profondissima. Furono morti con lui, come è detto, fra Domenico e fra Silvestro; de’ quali fra Domenico era uomo semplicissimo e di buona vita, ed in forma che se errò, errò per simplicitá non per malizia; fra Silvestro era tenuto piú astuto e che teneva piú pratica co’ cittadini, e nondimeno, secondo e’ processi, non conscio di simulazione alcuna; ma furono morti per satisfare alla rabbia degli inimici loro, che si chiamavano in quegli tempi vulvarmente gli arrabbiati.