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a suo proposito, e’ quali non l’avevano a impedire, cominciò a predicare pubicamente in Santa Liperata, affermando con moltissime colorate ragioni non essere obligato a osservare e temere questa scomunica. Per la quale cosa, sendo molto ridesti gli umori e la divisione nata per conto suo, che, nel non predicare lui, era un poco sopita, el papa udita la disubbidienzia sua e sdegnatone, sendo ancora instigato per opera di molti preti e cittadini nostri, mandò una raggravatola ed uno comandamento, che nessuno l’andassi a udire sotto pena della medesima escomunicazione. Di che sendo molto diminuiti gli auditori, ed el capitolo di Santa Liperata non volendo sopportare che e’ predicassi quivi, si ridusse, per fuggire scandolo, a predicare in San Marco; dove predicando, fu creata per marzo ed aprile la signoria nuova, della quale fu gonfaloniere Piero Popoleschi, ed avendovi el frate poca parte, benché ne fussi Lanfredino Lanfredini ed Alessandro di Papi degli Alessandri sua fautori, venne lettere molto calde dal papa alla signoria che proibissino el predicare al frate. Sopra le quale sendosi tenuta una grandissima pratica, e fattone grandi dispute e contese, finalmente molti piú consigliorono che non si lasciassi predicare; e cosi gli comandò la signoria e lui ubbidí, lasciando pure a predicare in luogo suo in San Marco fra Domenico da Peschi, ed altri de’ suoi frati in altre chiese.

Erano gli avversari suoi molto piú potenti che l’usato, per piú cagione: prima perché gli è lo ordinario de’ popoli, quando hanno un pezzo favorito una cosa, voltare, eziandio sanza ragione, mantello; di poi per conto della scomunica, la quale gli aveva alienati molti che lo solevano seguitare, fattigli inimici tutti quegli che solevano stare neutrali e di mezzo, parendo loro cosa grande e non conveniente a buoni cristiani non ubbidire a’ comandamenti del papa; apresso e’ capi della parte contraria, vedendo che molti giovani da bene, animosi, fieri ed in sull’arme erano inimici di questo frate, gli avevono ristretti insieme, e fattane una compagnia chiamati e’ compagnacei, di che era signore Doffo Spini, e’ quali spesso facevano cene e ragunate. E perché erano di buone